Piazza Medea Colleoni

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Piazza Medea Colleoni

La nuova piazza di Basella, in pieno centro storico, è stata completamente ristrutturata in accordo con la sovrintendenza creando un ambiente di socialità e ritrovo per la popolazione.

La scelta del nome

Una piazza che parla ai giovani: a Basella bambini e ragazzi scelgono il nome della nuova piazza

Basella si prepara a celebrare l’inaugurazione della sua nuova piazza che avverrà venerdì 30 maggio, un luogo che porta con sé un significato speciale: il nome è stato scelto dai bambini della scuola primaria “Don Milani” di Basella e dai ragazzi di Basella della scuola secondaria “A. Moro e Martiri di via Fani” di Urgnano.

La proposta è nata dalla Consulta, che ha individuato una rosa di nomi ispirati a figure significative per la comunità e i valori condivisi. Da qui è iniziato un percorso partecipato che ha coinvolto le classi in un lavoro di riflessione e confronto.

Gli alunni hanno approfondito le biografie dei possibili candidati (Tisbe Martinengo, Medea Colleoni, Alda Merini e 8 marzo), ne hanno discusso il significato simbolico, ne hanno colto l’attualità. La scelta finale è stato l’esito di un’esperienza di cittadinanza attiva che ha dato voce ai più piccoli, insegnando loro il valore della memoria e della partecipazione democratica.

La piazza che si inaugurerà non sarà solo uno spazio urbano, ma un segno concreto di come l’ascolto dei giovani possa costruire legami autentici con il territorio.

Dopo un appassionato dibattito, i ragazzi hanno scelto di intitolare la piazza a Medea Colleoni, giovane figlia del condottiero Bartolomeo Colleoni, morta a soli quindici anni. Le motivazioni che hanno guidato la scelta sono state profonde e condivise: Medea rappresenta la memoria affettiva, legata al territorio, una figura che parla di tenerezza, perdita, bellezza e amore paterno.

Il fatto che Medea sia morta così giovane ha permesso ai ragazzi di immedesimarsi e riflettere sul valore della vita, sulla fragilità dell’infanzia e sull’importanza di ricordare anche chi non ha avuto il tempo di lasciare un segno con le azioni, ma lo ha fatto con la sua presenza.

Inoltre, la presenza del suo sepolcro nella Cappella Colleoni di Bergamo Alta, accanto a quello del padre, e la bellezza del monumento funebre realizzato in suo onore hanno rafforzato l’idea di Medea come simbolo di un’eredità culturale e umana preziosa per la comunità.

La scelta di Medea Colleoni non è stata solo un atto simbolico, ma un’occasione per ridare voce a una storia dimenticata, profondamente radicata nel territorio. Medea diventa così un simbolo per Basella: una ragazza poco conosciuta, ma capace oggi di raccontare qualcosa di importante alla comunità e ai visitatori.

I ragazzi si sono sentiti coinvolti emotivamente dalla sua figura: una giovane vissuta più di cinque secoli fa, ma vicina a loro per età, per sensibilità e per la delicatezza della sua vicenda. Intitolare una piazza a Medea è stata, per molti di loro, una scelta unica e originale, capace di rendere visibile la memoria affettiva che il Santuario della Madonna della Basella conserva.

Attraverso Medea, hanno potuto vedere anche un volto inedito di Bartolomeo Colleoni: non solo il condottiero potente, ma un padre che amava profondamente la propria figlia. La storia di Medea è una storia che tocca, commuove e parla di dolcezza e umanità. I ragazzi hanno ammesso di non conoscerla, ma proprio per questo ritengono importante farla conoscere: una piazza con il suo nome sarà uno stimolo a scoprire chi era davvero.

Dopo aver ricevuto con entusiasmo la comunicazione ufficiale dall’Amministrazione Comunale che la loro proposta era stata accolta, i bambini e i ragazzi hanno deciso di dare concretezza alle parole e alle idee emerse nel dibattito. Per questo hanno iniziato una ricerca accurata e approfondita sulla figura di Medea Colleoni, con l’obiettivo di raccontarla in modo coinvolgente e accessibile a tutti.

Nasce così l’idea di realizzare un video in cui ripercorrono la storia di Medea, il legame con Basella e il significato della sua memoria. Un progetto che diventa strumento di condivisione culturale e identitaria, non solo per la comunità locale ma anche per i visitatori.

Grazie per aver coinvolto la scuola in questo progetto così significativo: un’occasione preziosa per far sentire i ragazzi parte attiva della comunità, valorizzando la memoria e il senso di appartenenza al proprio territorio.

Chi è Medea

 

La nascita di Medea

È al termine della sua carriera militare che Bartolomeo giunge nel bosco di Malpaga tra le quali scorge le rovine di un antico castello: lo acquisterà dal Comune di Bergamo e comincerà l’innalzamento e il restauro per crearne la sua dimora.

Bartolomeo Colleoni sposa la nobile Tisma, chiamata Tisbe, dei Martinengo di Brescia, il matrimonio si celebra quando il condottiero aveva già circa una quarantina d’anni.

Da questa unione nascono due figlie femmine, Ursina e Caterina, ma Bartolomeo ebbe ben sei figlie fuori dal suo matrimonio che vennero allevate in casa dalla moglie.

Verso la moglie Tisbe, nobile di famiglia bresciana dei Martinengo della Mottella, portò e dimostrò sempre gran rispetto nonostante, cosa a non dir poco importante per l’epoca, lei non fu in grado di dargli un erede maschio.

Non si sa nulla e nulla è menzionato in alcun documento delle donne amanti e madri delle figlie al di fuori dal matrimonio, nemmeno della madre della tanto amata Medea: Pietro Spino ( 1513- 1585) poeta e biografo italiano, si limita a scrivere che l’acquistò da un’amica.

Si narra che il Colleoni ben poco fu fedele alla moglie in quanto ebbe diversi amori tra le quali la Regina di Napoli Giovanna D’Angiò, sua amante, la quale nel 1424 gli concesse il blasone angioino nel proprio stemma.

Medea, quarta tra le otto figlie del capitano, nasce nel 1456 in un luogo sconosciuto, da madre non nota. Medea fu la prediletta per Bartolomeo, il padre.

La vita di Medea

Venne decantata per le sue doti e la sua bellezza. Già dal 1465 ci fu un gran vociferare di un suo possibile matrimonio. Nel 1466 morto Francesco Sforza, duca di Milano, la vedova Bianca Maria Visconti voleva il Colleoni come suo capitano e Medea come nuora. Medea per la sua bellezza e le sue doti pare fosse stata chiesta in moglie da molti pretendenti tra cui re Cristiano di Danimarca. 

La morte di Medea

Muore il 6 marzo 1470 forse a Romano di Lombardia, forse a Martinengo o nel castello di Malpaga, a causa di una polmonite a soli quindici anni, con grande dolore del padre, allora settantacinquenne. Di certo l’amore per lei maggiore rispetto alle altre sorelle lo testimonia anche il fatto che il condottiero le lasciò ben 5000 ducati contro i 1000 delle altre, non solo ma per Medea tralasciò anche gli affari di Stato.

Secondo la tradizione il padre era particolarmente affezionato a lei tanto che, in seguito alla morte della sua amata figlia, si narra che non fu più lo stesso.

Fu sepolta proprio nel Santuario di Santa Maria a Basella, luogo di grande devozione che il Colleoni ampliò costruendo il convento domenicano.

La Tomba di Medea

Il condottiere ingaggiò il giovane scultore Giovanni Antonio Amadeo da Pavia per realizzare il monumento funebre di Medea, regalando a Bergamo quella che è stata definita come “la più bella delle effigi che riposano in terra lombarda”. Lo scultore Giovanni Antonio Amedeo aveva già preso accordi con il condottiero Bartolomeo

Colleoni per la costruzione della Cappella e del proprio monumento funebre a Bergamo, accanto alla Chiesa di Santa Maria Maggiore. Il sepolcro venne realizzato in pregiato marmo bianco di Carrara e affidato alla cura dei Padri Domenicani. Esso venne realizzato nel presbiterio della Chiesa e completato nel 1476, dopo la morte di Colleoni avvenuta il 2 novembre del 1475. E’ una delle prime opere che riportano la firma dell’artista. Dentro Medea venne collocata vestita di un abito del quale resta un frammento in tessuto in oro e argento.

La struttura architettonica è costituita da lesene decorate a candelabri e ghirlande che incorniciano il sepolcro dove giace Medea. Distesa sul sepolcro, decorato da stemmi gentilizi, simboli di poteri e dall’alto rilievo con Cristo in Pietà, immagine sacra ricorrente nell’arte funeraria, giace la statua della giovane, abbigliata con un vestito elegante, in velluto decorato da fili d’oro e d’argento.

Sopra l’epigrafe in lettere capitali, che attesta la conclusione dei lavori dopo la morte del Colleoni, è presente ad altorilievo la raffigurazione della Madonna col Bambino, affiancata a sinistra da Santa Caterina d’Alessandria, protettrice delle donne nubili e forse per questo presente sul monumento, e a destra da Santa Caterina da Siena, caratterizzata dal crocifisso (ora spezzato e mancante) e dal cuore raggiato.

Dopo il trasferimento della tomba da Basella alla Cappella Colleoni nel 1842, fu aggiunto il coronamento in stucco con la corona di laureo e due colombe.

Si narra che per la morte della figlia Medea, il condottiero versò le sue uniche lacrime e volle seppellire insieme a lei anche una rondine, da ella ammaestrata e sua compagna di giochi, per accompagnarla nell’ultimo viaggio. L’opera funeraria era già stata in parte realizzata nel 1473-74 e terminata dopo il 1475. Di Medea parlano numerosi letterati e poeti dal XV al XX secolo, come D’Annunzio che la cita in due sue opere e in una lettera del 1909.

Inoltre, Bartolomeo Colleoni volle ricordare la sua amata figlia Medea anche in occasione dell’inaugurazione delle terme di Trescore, avvenuta proprio nel 1470, facendo scolpire, sul capitello di una delle colonne del porticato antistante il locale dei bagni, un giovanissimo volto femminile, con le palpebre lievemente abbassate e il capo coperto da un velo che ricade sulla fronte a piccole pieghe: Medea Colleoni.

Solo nel 1842 il monumento dedicato a Medea fu traslato nella Cappella Colleoni in Città Alta a Bergamo, restando così accanto a quello del padre. L’uccellino imbalsamato che giaceva insieme a Medea è tuttora custodito e visibile sotto una campana di vetro nella Cappella.

La sua morte e il suo monumento furono soggetto di opere di pittori come Luigi Tognora nel 1867 o Ponziano Loverini nel 1871. Calchi del suo monumento vennero realizzati per i musei di Budapest e Milano.

Di grande curiosità per Basella è il dipinto del pavese Giovanni Beri nel 1867 dove rappresenta con ricchezza di particolari l’immaginaria scena nella chiesa di Basella mentre Bartolomeo Colleoni visita la tomba della figlia Medea.

Morta in giovane età, Medea ha sicuramente lasciato un segno importante nella famiglia Colleoni, diventando un simbolo per Basella e per Bergamo.

Com'era la piazza

Approfondimenti

Nel 2023, Bergamo ha dedicato a Medea Colleoni una mostra intitolata “IO, MEDEA. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo”, che ha esplorato la sua figura non solo come leggenda, ma anche immaginando il destino che avrebbe potuto avere se non fosse morta così giovane. Durante la mostra, è stato esposto un frammento del tessuto dell’abito che indossava al momento della sepoltura, oggetto di studio e riproduzione.

 

Oggi, la tomba di Medea Colleoni è visibile nella Cappella Colleoni a Bergamo, un capolavoro del Rinascimento lombardo che testimonia l’amore paterno e l’arte funeraria dell’epoca.

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